di Raffaella Di Meglio
Le opere conservate nei
beni architettonici foriani costituiscono
un patrimonio pressoché
trascurato dagli studiosi a livello nazionale, che meriterebbe un esame
più ampio, attento e approfondito. Se si eccettuano i
contributi di studiosi locali (Alparone, Di Lustro), la bibliografia
sull’argomento è, oltre che scarsa, frammentaria e
limitata ad articoli e saggi pubblicati per lo più su
riviste isolane. Lo stesso vale per la documentazione fotografica.
Eppure, una volta accantonati i
pregiudizi o i giudizi sbrigativi su una produzione qualificata come
provinciale, non poche sono le sorprese o addirittura le scoperte
inaspettate. Sebbene numerose siano le opere di artisti anonimi o
semisconosciuti, non mancano infatti testimonianze di interessanti
personalità locali, quali il pittore Alfonso Di Spigna
e lo scultore Giovanni
Maltese,
e di rinomati
artisti e artigiani napoletani contattati da committenti foriani colti
e potenti.
Si deve a Persico Rolando Elena e al suo
Dipinti dal XVI al XVIII
secolo nelle chiese di Ischia, pubblicato nel
1991, dedicato appunto allo studio dei dipinti conservati nelle chiese
dell’intera isola, il merito di aver richiamato
l’attenzione degli studiosi su opere per lo più
trascurate o ignorate dalla letteratura artistica nazionale, in quanto
tradizionalmente etichettate come espressioni di arte locale, e di
averle messe in relazione al contesto storico-culturale, dimostrandone
i legami non solo con la storia locale ma anche con la produzione
napoletana del Seicento e del Settecento.
Le opere schedate nel Catalogo, ad
eccezione delle sculture di Giovanni
Maltese conservate nel Torrione,
tutte custodite all’interno dei numerosi edifici di culto
foriani (chiese, congreghe, ex conventi come il Palazzo Municipale),
rientrano in un ambito sacro e religioso e coprono un arco di tempo
compreso tra il XVI ed il XIX secolo. Il gruppo più cospicuo
è rappresentato dalle opere risalenti al Settecento, il
secolo d’oro della storia artistica foriana, seguite da
quelle seicentesche.
Sono stati privilegiati i dipinti, la
cui scelta è stata la più ampia possibile,
rispetto alle numerose statue raffiguranti santi e agli oggetti
chiesastici e liturgici. Non mancano tuttavia anche altri oggetti
d’arte, qualora ritenuti di particolare interesse per
tipicità, originalità, pregevole fattura: ad esempio gli altari
in legno della chiesa del
Soccorso e di S.
Carlo, i pavimenti
maiolicati dell'Arciconfraternita di Visitapoveri e dell'Oratorio
dell'Assunta, la statua
di S. Vito opera di Sanmartino, o gli stucchi
di Francesco
Starace
che decorano le pareti della chiesa dell’Arciconfraternita di
Visitapoveri. Altre opere sono state scelte per il legame con il culto
popolare locale, come le statue
portate in processione in occasione
della Corsa dell’Angelo custodite nella chiesa di
Visitapoveri, o il Crocifisso
del
Soccorso.
Le schede delle opere d’arte sono state progettate
tenendo conto degli standard catalografici adottati dall’ICCD
per la redazione delle schede OA (opere d’arte) a cura delle
Soprintendenze. Ogni scheda è corredata da
una o più immagini a colori e recenti.
L’apparato delle immagini si rivela particolarmente prezioso per valorizzare e dare visibilità alle opere
di difficile fruizione, spesso di notevole valore, collocate nelle
sacrestie delle chiese o in
altri spazi in genere non accessibili al grande pubblico, che
rischiano di essere dimenticate o ignorate: è il caso di un Compianto
sul Cristo morto attribuito a Mattia Preti, situato nella
soffitta della
chiesa di S. Francesco d’Assisi, della statua
di S. Vito
del Sanmartino custodita nella sacrestia della chiesa omonima, o di due
affreschi che decorano alcuni locali dell’ex
convento di
S. Francesco, adibiti oggi ad uffici comunali, l'inedito S.
Francesco riceve il pane da un angelo e Cacciata
dal paradiso terrestre.
Altrettanto fondamentale è la documentazione fotografica per
quelle opere dal precario stato di conservazione o illeggibili, a
rischio di perdita totale, come i dipinti
del chiostro di S.
Francesco o i pavimenti
maiolicati dell'Arciconfraternita di
Visitapoveri e dell'Oratorio
dell'Assunta.