Il comune di
Forio vanta un
patrimonio storico-artistico vario e considerevole, ancora da
valorizzare, da
scoprire e da tutelare: chiese sontuose ricche di opere
d’arte, semplici
chiesette rurali, torri di difesa, palazzi
dall’architettura
inedita, case
ricavate da massi in tufo verde, siti archeologici, maioliche votive e
decorative ne costellano e ne colorano il territorio distinguendolo e
rendendolo unico.
L’individuazione,
la
catalogazione e la documentazione sia bibliografica che fotografica dei
beni
storico-artistici, mobili e immobili, sono presupposto
imprescindibile sia per la
diffusione della loro conoscenza che per la loro tutela e salvaguardia.
La
scomparsa di numerose chiese, in alcuni casi di notevole interesse,
rende
ancora più urgente e necessaria un’operazione di
censimento e di archiviazione
delle risorse ancora esistenti.
Prezioso
supporto è l’apparato
iconografico, a colori e recente, in alcuni casi inedito, che consente
di
mostrare e di rendere fruibili anche beni
“nascosti” e poco noti, generalmente
non accessibili al pubblico perché non visitabili o
conservati al di fuori del
territorio di origine, come i reperti provenienti
dall’importante scavo
archeologico di Punta Chiarito o il pregevole pavimento maiolicato
della
Cappella Regine, unica opera sopravvissuta alla demolizione della
chiesa ed alla dispersione dei suoi tesori,
entrambi conservati in musei napoletani. Le immagini
costituiscono
inoltre un’indispensabile testimonianza nel caso di beni in
condizioni di
conservazione precarie o a rischio: le maioliche, sia
quelle
situate all’aperto e pertanto meno protette, sia quelle dei
pavimenti di alcune chiese,
consumate dal passaggio
dei visitatori; le cinquecentesche torri o le caratteristiche case di
pietra, monumenti
minacciati dall’edilizia selvaggia e già oggetto
di trasformazioni che ne hanno
snaturato l’aspetto e la destinazione originari. Le immagini
storiche (riproduzioni
di antiche fotografie, cartoline o disegni) consentono
invece di conservare una memoria almeno
virtuale dei beni già perduti e di verificare i cambiamenti
subiti nel tempo da quelli
ancora in vita e dall’ambiente in cui
sono inseriti.