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Section Storia/Risorse archivistiche
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Forio nella documentazione d'archivio

di Felicia Lamonaca

Il principale archivio pubblico di Forio è quello comunale. Ogni ufficio è dotato di un suo centro di raccolta dati. Nella maggior parte dei casi la documentazione è piuttosto recente, ma sono da sottolineare, ai fini storici, due centri di documentazione di particolare importanza: l'archivio delle delibere e l'archivio dell' anagrafe.

Sul territorio foriano di grande rilievo sono gli archivi parrocchiali, utili soprattutto per l'anagrafe, che, come sappiamo, fino ai primi del XIX secolo è ecclesiastico. Materiale è inoltre reperibile presso l'archivio delle arciconfraternita di S. Maria di Loreto e l'arciconfraternita di S. Maria di Visitapoveri.

La Diocesi di Ischia conserva diversi atti riguardanti il territorio foriano. I documenti più antichi risalgono al XIV secolo, con pergamene in copia ed in originale[1]

Uno degli archivi più ricchi di documentazione era un tempo il Convento di S. Maria della Scala dell'Ordine Eremitano di S. Agostino, che possedeva il più consistente fondo archivistico esistito sull'isola d'Ischia. Il convento fu eliminato in forza delle leggi di soppressione degli «Ordini possidenti» emanata da Gioacchino Murat il 7 agosto 1809. Dell'imponete documentazione pergamenacea sono rimasti pochissimi originali. Il materiale superstite è in parte conservato presso l'Archivio di Stato di Napoli, nel fondo «Monasteri soppressi» ed in parte presso l'Archivio della Diocesi di Ischia nel fondo della «Placea corrente». La documentazione che riguarda Forio, conservata presso la diocesi parte dal XV secolo[2].

Resta difficile valutare il patrimonio documentario in possesso dei privati. Tra questi è da annoverare, per l'intensa attività culturale e per la cura nella raccolta di documentazione, il Centro di Ricerche Storiche D'Ambra, curato dall'avvocato Nino D'Ambra e l'archivio dell'azienda vincola D'Ambra. L'archivio dei D'Ambra, non ancora accessibile al pubblico, raccoglie documentazione a partire dall'Ottocento ed offre un'interessante spaccato sulla vita economica dell'isola tra il XIX ed il XX secolo.

Molta documentazione è conservata negli archivi napoletani. Una citazione a parte merita l'Archivio di Stato di Napoli, dove, tra l'altro, sono conservati gli atti della Real Camera della Sommaria. Questi sono molto utili per ricostruire aspetti della vita sociale ed economica dell'isola d'Ischia nel XVI secolo[3]. Accanto a questo tipo di documentazione, nel fondo «Monasteri soppressi», sono conservate le pergamene, che provengono dall'archivio del convento di S. Maria della scala d'Ischia.

Dalla consultazione dell'inventario dell' Archivio di Stato di Napoli, relativo alla sezione amministrativa dell'Intendenza borbonica, nella serie dell'istruzione pubblica, e in quello dell'Intendenza di Napoli, nella serie Cespiti comunali, è stato possibile rilevare inoltre l'esistenza di documenti riguardanti la politica economica della prima metà dell'Ottocento.

Alla documentazione annoverata sono da aggiungere le schede tecniche relative ai beni mobili ed immobili presenti presso gli archivi della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed demoantropologico di Napoli e provincia, dove sono conservate anche schede relative ai beni ambientali.



[1] A. Di Lustro, "Gli archivi dell'isola d'Ischia" in AA.VV. Ricerche, contributi e memorie, Vol. II, Ischia, Centro di Ricerche su l'isola d'Ischia, [ristampa a cura dell'azienda di cura e soggiorno e turismo delle isole di Ischia e Procida], 1984, p. 115.

[2] A. Di Lustro, op. cit.., p. 127.

[3] I. Delizia, Ischia. L'Identità negata, Napoli, ESI, 1987, pp. 137 – 162.


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